La peste protestante, il Concilio di Trento, la nascita dei Gesuiti (Vol. 9 di Storia Universale della Chiesa)

Erano sintomi di un malore che covava nelle viscere della società, indizi di uno scoppio imminente ed insieme futuro sostegno per ogni nuova eresia che sorgesse. Da una parte si agitava smania di novità, che mostrava di volere abbattere dappertutto il tradizionale e l’antico; dall’altra sottentrava nella vita una pericolosa stagnazione o inerzia, da cui solamente una lotta vigorosa valeva a scuotere gli animi. Scienza ed arte minacciavano di alienarsi più e più dalla religione e rivolgersi all’antico paganesimo classico. La separazione dello Stato dalla Chiesa, della politica dalla morale religiosa, della vita pubblica dalle idee cristiane si attuava dappertutto, benché non dappertutto allo stesso tempo, né con eguale estensione, e dava principio ad un’era che tendeva assolutamente a distruggere, cioè ad un’era rivoluzionaria. E in ciò sta altresì la distinzione essenziale e caratteristica della storia dei tempi moderni da quella dell’età di mezzo: le conseguenze furono di un’importanza inestimabile