TITOLO: La crisi del pensiero moderno e le basi della fede
AUTORE: Mons. Giuseppe Ballerini
APPENDICE di Andrea Giacobazzi
PRESENTAZIONE:
«Dopo il successo di Breve Apologia del Cristianesimo. Contro gli increduli dei nostri giorni – Edizioni Radio Spada, 2020 – ci è parso impossibile non dare nuovamente voce a Mons. Giuseppe Ballerini (dal 1924 al 1933 vescovo di Pavia).
Se là si trattava in maniera straordinaria la coerenza della Bibbia attraverso l’avveramento delle profezie, la validità storica del testo, l’unità del pensiero cristiano, la poderosa e naturalmente inspiegabile espansione della Santa Religione; insomma, se in quel volume si presentava la puntuale verifica di quel gran miracolo intellettuale che fu il compimento dell’Antico Testamento nel Nuovo, qui si parla di una battaglia decisamente più recente e in ogni caso attualissima: quella tra il Cristianesimo e le ideologie degeneri degli ultimi secoli, con il trionfo del primo sulle seconde.
Scritto all’inizio del ‘900, La crisi del pensiero moderno e le basi della fede non è solo la sistematica confutazione del materialismo, dell’agnosticismo, del positivismo scientista e del modernismo, è qualcosa di più: un manuale di guerra da usare nel conflitto insanabile tra la Città di Dio e la città dell’uomo.
Nella sua analisi spietata e intransigente dei deliri eretizzanti il volume pare scritto per il tempo presente, non senza avvertimenti a vantaggio del lettore contemporaneo.
Ad esempio, su certe strategie fallimentari, Mons. Ballerini annotava: «Prima dell’enciclica Pascendi i modernisti si sbracciavano a far credere che tutto il mondo camminava sulle loro rotaie. Venuta l’enciclica, si domandarono stupefatti dove e quali fossero i modernisti condannati da Pio X. Ed oggi ancora, se da una parte ci sono i troppo zelanti che vedono modernisti dappertutto, dall’altra ci sono anche i dormienti che non si accorgono di nulla».
Precisiamo che, al fine di rendere il saggio più scorrevole per il lettore contemporaneo, alcune delle citazioni in latino e in francese compiute dall’Autore sono state inserite in apposite note a piè di pagina.
Il testo – che nella sua sostanza propone verità rimaste immutate e oggi quasi dal sapore profetico – nel parlare di questioni di scienza rimane ovviamente aggiornato a circa un secolo fa. L’Autore, essendo un pastore prudente, avvertì che le conoscenze sarebbero avanzate e che bisognava stare alle intramontabili questioni di fondo. Anche per questo abbiamo voluto aggiungere in Appendice – a conferma di quanto scritto e a beneficio dei lettori – un intervento recente su temi vicini a quelli affrontati: si tratta del Piccolo vademecum antiscientista di A. Giacobazzi, pubblicato in due puntate nella rivista La Tradizione Cattolica, n°108 (2018, n°3) – n°111 (2019, n°3)». (dalla nota editoriale)
INDICE:
Nota delle Edizioni Radio Spada |
p. 15 |
Prefazione |
p. 17 |
I. La crisi religiosa La crisi religiosa è oggi sentita da tutti, ma variamente intesa. – In che consiste. – Bisogna scendere sino alle radici del pensiero umano. – Atteggiamenti del pensiero moderno in ordine all’al di là. – Genesi dell’odierna mentalità. – S. Tommaso e Kant. – Materialismo e agnosticismo. – Decadenza del primo e trionfo del secondo. – Rinascita del pensiero religioso e nuovo problema di fronte all’agnosticismo. – Come risolto dalla «nuova filosofia» colla dottrina dell’immanenza. – Cattolici che abboccano a questa dottrina. – Nuova apologetica e modernismo. – La questione biblica. – Perché ed in che senso si presenta ai nostri giorni. – Il punctum saliens della questione biblica. – Critica e criticismo. – Un passo dell’enciclica Iucunda sane di Pio X. – In che si risolve ultimamente la crisi religiosa. – Tre quesiti che domandano la nostra soluzione. – Perché non dobbiamo temere dell’odierna crisi. – Universale commovimento degli spiriti per la questione religiosa. – Non temiamo la discussione. – Il libero pensiero e Lord Kelvin. |
p. 25 |
II. La conoscenza dell’al di là Il primo quesito. – Il pensiero moderno e l’Innominato del Manzoni. – Come si è generata la persuasione che tutto lo scibile si riduce al sensibile. – Enorme mistificazione. – Doppia indagine dei fatti naturali, una propria delle scienze empiriche e l’altra propria della metafisica. – Lo si prova passando in rassegna l’oggetto proprio delle singole scienze. – Uno spunto polemico. – Altro è non occuparsi che dei dati empirici, altro è negare o disconoscere tutto ciò che eccede i dati empirici. – Ridicola speranza che nulla debba restare alla metafisica di fronte al progresso delle scienze sperimentali. – Dichiarazioni di scienziati moderni a questo riguardo. – Le scienze sperimentali e il problema delle origini. – La scienza sperimentale e la metafisica. Altra mistificazione del pensiero moderno a proposito del relativismo e dell’agnosticismo. – Si analizza il vero e il falso senso del relativismo delle nostre conoscenze. – Dibattito fra Poincaré e Le Roy. – «La nuova filosofia». – Equivoco dei neocritici e le verità provvisorie. – L’oggettività del nostro sapere riconosciuta alle cognizioni fisiche e negata alle metafisiche. – Perché. – Se sia vero che le cognizioni metempiriche non ammettano nessun controllo. – La certezza dell’al di là messa a confronto con quella dell’al di qua. – Ridicola pretesa della Critica della ragion pura di E. Kant. – Perché la mentalità moderna è avversa alla metafisica. – Conclusione pratica pei giovani. |
p. 45 |
III. La dimostrazione dell’al di là Il secondo quesito. – Modo di impostare la questione. – Il Dio ignoto di S. Paolo e l’inconoscibile dello Spencer. – Le due vie per la dimostrazione dell’al di là. – Quale sia la preferita dall’apologetica antica e quale dall’apologetica moderna. – Si esamina la prima. – Tutta la questione sta nel sapere se l’universo riveli la sua dipendenza da una causa oltremondana. – Lo negano gli increduli e se ne indicano le loro ragioni. – Si dimostra che le scienze fisico–naturali non confermano le loro negazioni, ma conducono anzi a risultati opposti. – Non è vero che l’evoluzione possa sostituirsi alla creazione. – La massa cosmica non è sempre esistita. – La genesi temporanea dell’universo non si spiega coll’evoluzione progressiva e regressiva. – Anche nell’ipotesi di Laplace bisogna chiedere a Dio la materia e la forza. – Particolare difficoltà sull’origine della materia e nostra soluzione. – Anche l’origine della vita non si spiega senza risalire a Dio. – Conclusioni di uno scienziato contemporaneo circa l’intervento di Dio nell’originaria costituzione dell’universo. – Opposizioni degli increduli al principio di causalità che dicono aver soltanto un valore relativo al mondo fenomenico. – Si determina la natura ed il valore del principio di causalità – e si risponde alla questione: se l’al di là sia oggetto di dimostrazione scientifica o razionale. – Un dilemma che è tuttavia oggetto di polemiche in Italia e fuori. – Se sia vero che le prove tomistiche dell’esistenza di Dio hanno fatto il loro tempo. – Ultime conclusioni a cui vengono gli increduli. – Le pretese antinomie dell’essere divino. – Nostra conclusione. |
p. 67 |
IV. L’al di là nella dottrina dell’immanenza vitale e psicologica Estrinsecismo ed intrinsecismo nella conoscenza di Dio. Si esamina la seconda via. – Le derivazioni del positivismo e del kantismo e la dottrina dell’immanenza vitale. – Polemiche fra i seguaci dell’antica e della nuova apologetica e loro epilogo nella enciclica Pascendi. – Accuse dei modernisti contro l’enciclica e risposte degli stessi avversari. – I due capisaldi del modernismo. – Suo canone fondamentale. – Analisi di questo canone. – In quanti modi si possono studiare i fatti interni. – Dichiarazioni del Programma dei modernisti contro le prove tomistiche a cui si vorrebbe sostituire la coscienza del divino. – Significato equivoco della parola «coscienza» presso i moderni. – I filosofi dell’immanenza non possono far valere le loro pretese appoggiandosi alla coscienza sensitiva. – E neppur alla coscienza psicologica. – Vano ricorso a S. Paolo, a S. Agostino ed agli antichi Padri. – Né vale infine il ricorso alla coscienza morale. – Perché la Scolastica mise in seconda linea gli argomenti morali. – Il sì e il no di D. Murri. – L’immanentismo morale, come è inteso dai modernisti, si identifica con la morale indipendente. – A confutare tutte le loro chiacchiere basta avvertire che la coscienza è regola prossima, ma non ultima delle nostre azioni. – La dottrina dell’immanenza porta altresì a confondere la rivelazione divino–cristiana con la coscienza umana. – Parole della Enciclica Pascendi. – La corrispondenza della religione cristiana con i bisogni dell’anima è indizio della divinità di questa religione, ma solamente dopo che si è dimostrata l’esistenza di Dio e della rivelazione. – Quale sia il fondo dell’errore modernista. – Non è vero che la critica abbia distrutto il valore degli argomenti tradizionali per l’al di là e non ci abbia lasciato che la coscienza coi suoi bisogni. – I caratteri di dipendenza che gli effetti presentano dalla loro causa stanno e staranno anche dopo tutti i sofismi del criticismo. – In che senso dobbiamo aver riguardo alla mentalità moderna nel far valere i diritti della verità. |
p. 91 |
V. Ciò che ha di vero l’apologetica dell’immanenza I capiscuola della filosofia della immanenza e le tre gradazioni sotto cui la presentano. – L’immanenza come dottrina e come metodo. – In qual senso intendiamo il metodo dell’immanenza e quali servigi esso può rendere. – Dimostrazione che ne dà Ausonio Franchi. – Altra dimostrazione di un anonimo teologo francese. – Osservazioni d’un domenicano. – Gli argomenti soggettivi. – Un passo di S. Agostino. – L’apologetica dell’immanenza però, anche come metodo, non può farsi valere in senso esclusivo. – La nostra conoscenza non implica solo l’intrinsecismo ma anche l’estrinsecismo. – Ciò si avvera specialmente riguardo alle verità soprannaturali. – Lamenti che fa in proposito l’enciclica Pascendi. – Non si tratta di distinzioni bizantine ma di ciò che è sostanziale nella dottrina cattolica. – Analisi dell’esperienza religiosa. – La nostra fede non riposa su l’esperienza religiosa, ma su l’autorità di Dio rivelante. – L’esperienza religiosa suppone la conoscenza di Dio e della rivelazione e l’obbligo di operare in conformità alle sue leggi. – Il Cristianesimo è religione positiva così istituita che anche l’elemento soggettivo ed interno è subordinato all’oggettivo ed esterno. – Dimostrazione che ne dà il Cathrein. – Non è lecito, per guadagnare i dissidenti, tacere o travisare la verità cattolica. – Parole di Leone XIII. – Il P. Pesch e Giuseppe Prezzolini. – Se sia vero che i teologi della vecchia scuola abbiano affatto trascurato gli argomenti soggettivi. – Risposta del P. Kleutgen. |
p. 121 |
VI. Le basi della fede Soluzione del terzo quesito. – Verità presupposte alla fede divina. – Come a noi giunge la rivelazione divina. – Necessità di esser certi che Dio ha parlato. – In qual maniera possiamo ottenere questa certezza secondo il Concilio Vaticano. – Un commento ufficiale della definizione vaticana che rivela in antecedenza gli errori dei modernisti. – La dottrina dei protestanti e quella dei nuovi apologisti intorno alla fede divina. – Rifiuto delle basi tradizionali della fede in nome della critica scientifica e della critica storica. – Le nuove basi della fede e le conclusioni che ne derivano. – Si dimostra quanto sia infondato l’appello alla critica scientifica contro le basi tradizionali della fede. – Scienza e contingentismo. – Ancora il principio di causalità. – Si dimostra quanto sia fallace il ricorso alla critica storica e alla critica biblica contro le antiche basi della fede. – Le conclusioni dell’Harnack e le sue negazioni. – Se i fatti soprannaturali sfuggano ad ogni indagine scientifica e siano soltanto oggetto di fede. – Il vero e il falso delle accuse all’antica apologetica. – Se ed in che senso i motivi di credibilità variano secondo i tempi o siano sempre gli stessi. – Valore dei motivi di credibilità e conoscenza di questo valore relativamente ai diversi individui. – Recta ratio fidei fundamenta demonstrat. |
p. 139 |
VII. L’atto di fede Perché questa questione. – Quando si cominciò a falsare il concetto tradizionale della fede divina. – Diversi punti di vista in cui si mettono i moderni. – Definizione che ne dà il Concilio Vaticano e breve analisi della medesima. – Non è vero che le idee di Hermes sulla fede divina siano quelle della apologetica tradizionale. – Nessun cattolico ha mai preteso che la fede divina sia il risultato di una dimostrazione scientifica o la conclusione di un sillogismo. – Doppio senso in cui la fede divina deve dirsi un dono soprannaturale. – Altro però è l’atto di fede ed altro il giudizio di credibilità. – Questo deve precedere a quello. – Tuttavia l’assenso di fede non è fondato né sulla conoscenza dei motivi di credibilità né sulla conoscenza della rivelazione divina, ma su l’autorità di Dio rivelante. – A che servono dunque le prove della fede. – Antica difficoltà rifritta dai modernisti: o le prove della fede sono evidenti, e non è più libero l’assenso: o non lo sono, e l’assenso di fede non avrà per base che delle probabilità. – Risposta del De Lugo e del Suarez. – Risposta di quelli che distinguono fra la fede scientifica e la fede di semplice autorità. – Risposta di quelli che distinguono fra la evidenza della credibilità e la evidenza della verità. – Si analizza il concetto di fede in quanto si contraddistingue da quello di scienza e si risponde a quel dilemma. – Non ripugna la evidenza nel campo religioso quando versa sulle prove della fede. – In che senso l’evidenza religiosa è diversa dalla scientifica. – In che si risolve la «dimostrazione scientifica della fede» che tanto urta le orecchie dei moderni, e quale sia in proposito la dottrina cattolica. – Nei singoli credenti non è però necessaria la dimostrazione scientifica, delle prove della fede, ma basta la certezza relativa. – In che senso si esige la grazia anche per il giudizio di credibilità. – Che dire delle supplenze soggettive nel giudizio di credibilità. – Se l’adesione ai primi principii sia un atto di fede cieca ed istintiva. – I difensori della fede e della ragione. |
p. 165 |
VIII. Increduli e credenti nell’ora presente Le ultime condanne della Chiesa. – Il periodo che attraversiamo. – In che si risolve il conflitto fra fede e scienza ai nostri giorni. – Arturo Graf e il materialismo del secolo scorso. – Chi sono attualmente i seguaci del materialismo. – Perché ripudiato da quasi tutti gli scienziati odierni, specialmente nel campo biologico e psicologico. – La nuova orientazione del pensiero scientifico dinanzi al lavoro di sintesi. – Gli enigmi di Du–Bois–Reymond e la sdegnosa risposta di Haeckel. – Breve analisi di questa risposta. – Vergognosa disfatta dell’evoluzionismo haeckeliano e darwiniano. – Leggerezza con cui gli increduli affrontano i più ardui problemi. – Attuale crisi della scienza sulla natura della materia, che pure è l’idolo degli increduli. – La scienza e il problema delle origini. – Le scienze sperimentali non possono interessarsi dell’al di là, ma neppure hanno il diritto di negarlo. – Assurda posizione, a questo riguardo, del positivismo e dell’agnosticismo. – Reazione del pensiero moderno. – La nuova filosofia e il modernismo. – Combattere il modernismo non vuol dire appartarci dal movimento moderno. – La modernità ben intesa. – Perché la nostra influenza sul pensiero scientifico contemporaneo non è quale potrebbe e dovrebb’essere. – Compito che oggi incombe agli scienziati cattolici. – I nuovi materiali che le scienze offrono all’apologetica cristiana. – Perché tuttavia abbiamo scienziati increduli. – Le basi della fede e le chiacchiere dei razionalisti e modernisti. – A che tende il movimento anticristiano dei nostri giorni. – Perché si preferisce il Buddismo al Cristianesimo. – Lo studio del Cristianesimo primitivo e la corrente di ritorno dei dissidenti al Cattolicismo. – I dogmi della Chiesa e la libertà di pensiero e di coscienza. – La lotta fra il naturalismo e il Cattolicesimo ai nostri giorni. – Il Cristianesimo e la società. |
p. 195 |
Appendice – Piccolo vademecum antiscientista, per sopravvivere al laboratorio&
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